ABDULLAH IBRAHIM
L'annuncio del nuovo album arriva dopo i concerti del 14 e 15 ottobre scorso alla Hirzinger Hall di Riedering, in Germania, un'occasione per festeggiare anche il suo compleanno. La grande sala è famosa per un'acustica incredibile e l'esibizione al piano dell'ottantanovenne Abdullah Ibrahim, NEA Jazz Master nel 2019, ha segnato uno dei momenti più importanti dell'anno. È anche il luogo in cui, durante la pandemia, è stato registrato Solotude (Gearbox, 2021), un lavoro molto acclamato dalla critica.
In uscita il prossimo 25 gennaio su Gearbox, il nuovo album 3 è una produzione tratta dal concerto sold out dello scorso luglio al Barbican Centre di Londra, e si articola in due parti. La prima è stata registrata a porte chiuse e direttamente in analogico su una Scully da 1", precedentemente utilizzata da Elvis Presley nei famosi Sun Studio di Memphis. La seconda invece è un estratto dal concerto con il pubblico in sala, con Ibrahim che si esibisce in trio insieme a Cleve Guyton (flauto, ottavino, sassofono), già al fianco di Aretha Franklin, Dizzy Gillespie e Joe Henderson, e l'apprezzato Noah Jackson (basso, violoncello). Guyton e Jackson sono sodali di Ibrahim nella band Ekaya e presenti nel suo album The Balance (Gearbox, 2019), arrivato al #3 nella Billboard Jazz Chart.
Le composizioni di 3 presentano una serie di inediti e arrangiamenti commoventi, ispirati al background musicale del leggendario artista sudafricano (gospel, jive, jazz americano e musica classica, sacra e profana), nonché arrangiamenti di brani dei suoi amici ed eroi come Duke Ellington e John Coltrane, il tutto intrecciato al suo stile di esecuzione, sempre molto fluido ed entusiasmante.
Incantevoli anche le sue performance vocali, un momento di grande suggestione con canzoni strazianti sul dolore della schiavitù, interpretate in lingua indigena e in inglese. La mancanza di percussioni mette in risalto i momenti struggenti ed energici.
Il primo singolo che anticipa l'album, Mindif, una rivisitazione tratta dall'omonimo album pubblicato nel 1988 su Enja, è tratto dalla registrazione con il pubblico in sala e chiude l'esibizione con un equilibrio magistrale di intimità, catarsi e introspezione, mentre Guyton e Jackson si muovono intorno al suono appassionato del loro leader. La durata del brano è di sette minuti, ma gli ultimi tre sono interamente dedicati agli applausi: una conclusione appropriata.
Abdullah Ibrahim (che ha iniziato la sua carriera con il nome di Dollar Brand) è uno dei musicisti più famosi del Sudafrica. È nato sotto il regime dell'apartheid, quando il jazz era un atto di resistenza, e la sua musica spesso viene ancora definita come manifestazione di libertà. Il suo grande inno anti-apartheid Mannenberg (pubblicato negli Stati Uniti con il titolo di Capetown Fringe) è considerato un inno nazionale non ufficiale in Sudafrica.
Nel 1994 Ibrahim si è esibito in occasione dell'insediamento del Presidente del Sudafrica Nelson Mandela, che lo ha definito 'il nostro Mozart'. Nel corso della sua lunga e illustre carriera ha suonato con i più grandi, da Duke Ellington a Max Roach, da John Coltrane a Ornette Coleman. È il padre del rapper underground Jean Grae.
Abdullah Ibrahim è stato recentemente insignito dell'Ordine del Sol Levante dal Governo giapponese, una delle massime onorificenze del Paese conferite da Sua Maestà l'Imperatore del Giappone. Il premio è un riconoscimento all'impegno di una vita dedicata all'emancipazione del popolo sudafricano e del mondo intero attraverso la sua musica, nonché del suo contributo all'amicizia tra Giappone e Sudafrica attraverso le sue opere, i concerti e la profonda comprensione della cultura e della spiritualità giapponese.
Questo è perfettamente esemplificato dal progetto che Ibrahim sta portando avanti nella sua fattoria di 800 ettari nel Kalahari, una regione desertica dell'Africa meridionale. Il progetto coinvolge la comunità locale e i vicini Botswana e Namibia attraverso discipline come musica, medicina, meditazione e la biodiversità Satoyama, ovvero la cosmologia giapponese della conservazione e della creazione di una coesistenza armoniosa tra uomo e natura.
Parlando di recente con Arts24, Ibrahim ha dichiarato: "L'idea è di incorporare tutto questo. Io la chiamo Satoyama Africa, ovvero la biodiversità con la musica, l'astrofisica e i prodotti agricoli. Per i giovani, l'idea è di venire lì e impegnarsi in questo. E per i giovani musicisti, ad esempio, comporre in questa dinamica di vita. Abbiamo la terra antica e volgiamo lo sguardo oltre la Via Lattea".